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Dal Salotto degli ultimi 18 whisky: “Italo Calvino: la rapidità tra letteratura, realtà e intelligenza artificiale”, di Rita Ferranti Noviello
Il 5 ottobre dopo uno stop costretto per via della pandemia e la sua lunga coda di strascico, sono ripresi gli incontri del Salotto degli ultimi 18 whisky.
Si è deciso di riprendere il percorso da dove era stato interrotto, come se ciò non fosse mai avvenuto. L’ultima volta si era parlato di Calvino e con lui si è ripreso.
Punto di partenza Le lezioni americane dove l’autore ha illustrato il suo concetto di rapidità e intorno alle quali ruotano le indicazioni su come muoversi in un mondo che si evolve troppo velocemente, infatti è convinto che la letteratura possa dare un notevole contributo.
Alla base di tutta la conversazione serale avvenuta tra i presenti, i sei elementi fondamentali per Calvino ovvero: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza che alla fine hanno caratterizzato per certi versi le sue opere.
Constatazione che ha trovato tutti d’accordo: l’essere “avanti” come visione letteraria e la sua capacità di esplorare con originalità e fantasia i diversi generi letterari.
dalla narrativa al saggio, dalla fiaba alla fantascienza.
In queste e in altre opere, Calvino ha dimostrato una grande capacità di usare la rapidità come strumento narrativo. Da qui è nato l’interrogativo da parte dei commensali se la rapidità è sempre un elemento positivo.
Il termine rapidità è stato analizzato nelle sue molteplici sfaccettature, anche scientifiche. Rapidità come risultato di un meccanismo neurologico, in cui il nostro cervello agisce (i riflessi), ma anche intesa come successione di tempo.
Sono stati riportati esempi in cui in letteratura essa è presente come in una delle opere di Wislawa Szymborska “La gioia di scrivere”.
Si è analizzata la differenza tra rapidità e velocità, in cui la prima si presenta in situazioni acicliche, mentre la seconda è da considerarsi più a livello di forza fisica.
Tornando a Calvino, la rapidità non è la velocità fisica o il ritmo incalzante degli eventi, ma anche la velocità mentale, la capacità di passare da un’idea all’altra, da un’immagine all’altra, da un registro all’altro, senza perdere il filo della storia.
La rapidità è anche l’essenzialità, la scelta delle parole giuste, la sintesi efficace, la precisione espressiva. La rapidità è infine la leggerezza, la capacità di sollevare il peso della realtà con l’ironia, l’umorismo, la fantasia.
Per la rapidità, Calvino cita come esempi le fiabe popolari, in cui gli eventi si susseguono con una logica essenziale e un ritmo serrato;
La rapidità è un valore che può essere utile anche nei giorni nostri, in cui siamo sommersi da una quantità enorme di informazioni e stimoli. Inoltre può aiutarci a selezionare ciò che è rilevante e interessante, a organizzare le nostre idee in modo chiaro e ordinato, a comunicare in modo efficace e persuasivo. Stimolare la nostra creatività e la nostra curiosità, a condizione che non sia confusa con la fretta o la superficialità.
La rapidità è anche una caratteristica dell’intelligenza artificiale (IA), ovvero quella disciplina che si occupa di creare sistemi in grado di svolgere compiti che richiedono capacità cognitive umane. Può elaborare grandi quantità di dati in tempi brevi, risolvere problemi complessi con algoritmi efficienti, generare contenuti originali con tecniche di apprendimento automatico.
Tuttavia, l’IA non può sostituire completamente l’attività umana nella scrittura e nella lettura, in quanto non ha una propria personalità, una propria sensibilità o una propria visione del mondo che sono ovviamente elementi che solo l’uomo può avere. L’IA quindi non può provare emozioni, sentimenti e passioni. Così come non può creare opere d’arte che siano il frutto di una ricerca interiore, di una tensione esistenziale o di una sfida culturale. Può essere uno strumento utile per ampliare le nostre conoscenze e le nostre possibilità espressive, ma non può sostituire il piacere e il valore della letteratura. Di sicuro l’IA può essere un’alleata preziosa, per esempio nella chirurgia robotica o in altri campi in cui uomo (emotività ed emozioni) e IA (freddezza e distacco) possono collaborare. Senza dimenticare che quest’ultima non replica l’uomo, ma è un suo prodotto e come tale dev’essere gestita.
Dall’IA è stato un attimo passare ad un’altra riflessione. Se, e quanto, i social e quello che pubblichiamo possano restare nella memoria di una persona, se l’effetto di una poesia scritta su un post possa suscitare e restare impressa quanto una letta da un libro. Quindi anche in questo caso il filo conduttore è stato la rapidità, rapidità con cui si può dimenticare qualcosa.
In conclusione, credo che sia importante leggere le opere di Italo Calvino perché ci insegna a usare la rapidità come una virtù letteraria e umana. Per lui non è solo una tecnica narrativa, ma anche una filosofia di vita in cui ci invita a essere curiosi, aperti, critici, ironici, creativi. La rapidità di Calvino è stata una sfida per il nuovo millennio, che ci chiedeva di essere sempre attenti e pronti a cogliere le opportunità e le sorprese che il mondo offre.