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Nunzia Gionfriddo ricorda Anna Maria Ackermann
Noi due sedute in un taxi che ci stava portando in un cinema di Napoli per presentare un libro che avevo scritto per lei- Ormai mi sentivo tra le sue amiche e anche io le volevo bene. Avevo da poco perso la persona più cara che una donna possa perdere. Mi chiese come stavo e le lacrime scesero violentemente sul mio viso. Non disse niente ma mi prese una mano e me la strinse forte. Non dimenticherò mai più quella stretta. Era il cuore sensibile di un’altra donna che piangeva con me. Non ci furono parole nè sospiri ma solo una stretta di mano.
Ora annego tra i ricordi dolci e teneri nella sua casa. Nel mondo del teatro non avevo mai conosciuto una donna come lei. Attrice e , madre e donna. Quella sera recitò uno dei brani più belli che ho trascritto nel mio libro: “Per me è esistito solo il teatro e la recitazione. Ogni attore vero, come me e tanti amici… molti non ci sono più, ma sarebbero d’accordo… ti direbbero che il teatro è amare le tavole sulle quali camminiamo, sfiorare il sipario con devozione e gratitudine. Spesso entro in sala e salgo sul palcoscenico quando è vuoto… e sento un odore di polvere, di vecchio… quell’odore per me ha un che di affascinante e misterioso! E il silenzio… il silenzio è assordante! La platea che fronteggia il palcoscenico è enorme… è come una bocca che ingoia senza pietà tutto e tutti. Il teatro è maestro di vita, ti insegna il rispetto degli altri. Bisogna camminare in punta di piedi dietro le quinte, senza far rumore perché c’è un compagno che sta recitando e non deve essere disturbato ma rispettato. Tutto sulla scena, dietro le quinte, sul proscenio, insegna a portare rispetto ai compagni di lavoro, al regista, ai tecnici di scena. I toni sono sempre sommessi: sembra che al di fuori di questa bocca enorme non ci sia altro. Domina la parola, tragica o comica, tutto è sogno. Bisogna innamorarsi del teatro, non solo desiderare di essere visti e ammirati. Il vero attore deve lanciare la parola verso il pubblico e farla diventare magia e incanto. Lo si può fare solo se si è consapevoli che in noi attori c’è amore per il palcoscenico e viceversa. Se il teatro sente che lo si ama, nasce la simbiosi e tutto va bene… finché ti vuole. Perché lui è più forte di un amante. Condivide con te un grande amore… ti può dare una felicità estrema ma ti può annientare… è un orgasmo senza fine! Il teatro ti può anche lasciare solo. Ti accompagna e poi ti abbandona, ti fa i dispetti, è un amante cattivo. Lo devi sempre rincorrere. Lui è il protagonista, simile a un uomo o una donna maliardi che ti fanno anche soffrire. Tutte le arti sono così. La musica è fatta di note nere su uno spartito ma la genialità dell’uomo fa vivere quei segni che acquistano anima e vita, finché c’è chi li traduce in suoni che volano alti verso l’uditore, come avviene per la parola che l’attore lancia verso lo spettatore. ” Addio Anna Maria Ackermann. (Nunzia Gionfriddo)