La casa sulla collina

La casa sulla collina

- Come potrei riconoscere i tuoi luoghi, padre,
sono vissuto qui, in questo paese.
Per te è straniero; ma è questo il mio paese -.
- Trasalirai davanti alla mia terra.
Campi biondi di grano vedrai, piccoli prati,
vedrai chiarìe turchesi, pinete
che vibrano  bandiere in mezzo al  cielo;
groppe di rena tra le tamerici,
viali di ginestre, macchie di ginepri,
ondulazioni a simulare nubi,
simili a dei castelli sopra il mare.
Vedrai gli ulivi, tanti ulivi
sopra la mia terra, millenari,
che se potessero saprebbero dire
non solo la mia storia, ma la tua,       
quella del mondo intero da che è nato.   

E poi laggiù, proprio laggiù, tra i lecci,
vedrai apparire un colle. È ricamato.
Tante volte l’hai visto nella foto.
Là sentirai una cosa. La più preziosa.
È un’aria fine, un’aria di ponente,
un’aria che attraversa grandi spazi
ma tiene solo il gusto dei miei posti.
Mischia perfino il sapore di ragia
con quello dei *rivelti del pianoro.
C’è la mia casa là. La vedi? È questa.
È questa qui col portico di fianco,
con i cipressi accanto, col cortile,
con quelle due finestre sgangherate,           
con lo stormo dei piccioni che s’invola
e con nel mezzo il gelso.
Nella foto era d’estate,
era carico di more.
E poi vedrai, alzando lo sguardo,
vedrai dalla collina sullo sfondo
un grande piano azzurro.
Quello è il mio mare.
Lo riconoscerai. Te n’ho parlato.
Te n’ho parlato tanto.
È proprio là sul fondo, lo vedrai.
La riconoscerai questa mia terra,
questa mia terra mia,
proprio dal mare.
Da là vedrai lontano. -

* rivelti = le due lingue di terra rovesciate ai bordi dell’aratro

 

Ascolta l’interpretazione di Rodolfo Vettor: