Il sorriso di un clown
Samir era nato all’ombra di un sogno,
laggiù dove la sabbia odora di mare
e si confonde fra le dune del deserto,
dove al tramonto il cielo è ubriaco di colori
mentre si accendono le prime stelle.
Nove anni, occhi profondi come il silenzio
dei suoi giorni di sole rinchiusi in quella stanza,
il corpo esile profumava di tenero,
di infanzia sospesa fra delicati germogli di primavera
e sconfitte foglie d’autunno.
Aveva voglia di correre nel vento Samir
e inseguire onde in fuga verso sconosciuti tramonti.
Ma una sera,
mentre le sue piccole mani di neve
stringevano l’ultimo sogno,
io povero clown di corsia
con il naso rosso e la giacca arcobaleno
accarezzai con un sorriso il suo respiro
e lui volò via nel cielo infinito
a disegnare capriole fra le stelle.