SALUTO
“SALUTO”
Camminai tra le nebbie
quella sera
per vedere oltre gli occhi
per mettere a dura prova
il cuore dei ricordi.
Così come la sete sensuale d’avventura.
Poi
tra le immagini sbiadite
e i richiami di magnolia
sul mare alle lampàre
e la voglia ancestrale di te
col tumulto nelle vene
scoprii il velo della notte
e scelsi allora di lasciarmi andare
e di non chiudere la porta
alle fresche folate
di un vento in fondo non proprio straniero.
Il bene c’è
come l’amore
nascosto tra le cose della vita
come il vento leggero che trascina
foglie secche e polvere e carte arravogliate
girotondo a prima vista inutile
di tutto l’essere che c’è
- senza rancore –
Gli istanti – belli o brutti – del passato
ritorneranno
come pezzi di un lego a più colori
e sono
e saranno
nel mistero
di tutto questo vivere e morire
di cui mi affanno ancora
a chiedermi il perché.