Cercando la pace
Ho camminato tanto
sostenuto dal solito bastone
che mi fa compagnia fin da ragazzo.
Mi fermo e ascolto: sono in un incanto
rotto da un grillo, senza lo schiamazzo
del mio quartiere. Non ci sono persone.
Sussurra il gorgoglio di una sorgente
coperto dal din don della campana
di una chiesetta antica, un po’ lontana.
E poi più niente.
Non sono solo: c’è una farfalletta
di un bel colore rosso
che sale e scende vispa dentro a un fosso
per poi trova riposo tra l’erbetta.
Sono seduto e tocco il vellutello,
tra il profumo di pini e di mentuccia,
tranquillo come un cane che sta a cuccia.
Lo godo. È questo il mondo bello
che rende soddisfatto ciascun senso.
Ti voglio tanto bene, Roma mia
ma quando sto con te rifletto e penso:
″per riposare devo andare via″.