BLU OLTREMARE – Virginia Murru

Blu_OltremareVirginia Murru

CFR Edizioni 2014

PREFAZIONE I versi della Murru rivelano la falla nell’orbita dell’umana esistenza, un fiume di solitudini, anime dannate, angeli caduti, paesaggi senza tempo, o spazio. C’è da dire che molte delle sue opere non hanno visto la luce prima d’ora, a livello editoriale, e per scelta dell’Autrice. Esiste quindi un’altra Virginia da scoprire, forse meno immediata di adesso ma, so, non meno intensa e sincera. La Poetessa si conosce bene: è introspettiva, a tratti fugace nel convulso dinamismo della strofa, nell’analisi della sua nera compagna esistenziale: …Sono frastornata di veglie vedo quadri orridi appesi all’ultimo quarto della notte… (da: Filo di Seta) è voce della sua coscienza e, in percorsi felici, dell’umanità. Il Lettore naviga dunque nelle pulsioni esistenziali che premono sulla veglia del mortale

…È saturo di promessa ciò che s’innalza puro in ori di riflessi mattutini…” (da: Primizie di luce) Tramite versi, specchio di periodo travagliato, la Murru in medias res si rivela certamente condizionata dall’immagine cara al classicismo del Grand Siècle, al razionalismo illuministico sospetto alla sentimentalità romantica: …Come ti permetti – tu ieri strana catasta con blocchi di censura d’irrompere sul preludio del nuovo corso davanti ai cancelli di una vita illuminata?” (Da: Tu, ieri…) In Letteratura, quindi in Poesia, cosa diversa da certa narrativa da scaffale, imposta dal monopolio editoriale, è chiaro che l’uso strumentale delle opposizioni ideologiche ha creato una profonda crepa. Durante i prossimi anni si comprenderà, mi auguro e Vi auguro, l’importanza dell’unità in un popolo, della conoscenza, del sentire davvero urlare nel sangue l’altrui dolore. La consapevolezza rappresenterà la forza più grande. Giovanna Mulas

CRITICA

Blu oltremare” di Virginia Murru: Arte e Ragione alla sfida del limite Posted by Oubliette Magazine in LETTERATURA, Recensioni

ott 22, 2014 – di Katia Deborah Melis Blu oltremare, archetipo del limite, confine misterioso, a volte più lontano, a volte così vicino da poterlo quasi toccare, invito costante ai movimenti dell’immaginario, è il titolo di una raccolta densa, fitta di pensiero e di parole, mai risparmiate, usate in soluzioni personali ampie e profonde, a ricordarci quanto le parole tutte siano importanti e arrivino a tracciare in modo più chiaro e duraturo le strade spesso difficili, a volte improbabili, irte e tortuose, da percorrere nell’indagine della realtà. La poesia di Virginia Murru traccia solchi profondi, incide la pagina, s’imprime fortemente nell’immaginario del lettore, sino a scuoterne i sensi, lasciando una netta percezione di forte consapevolezza letteraria, umana e civile, dove non c’è insanabile contrasto tra natura, sentimento, spirito e ragione. Tutto è avvolto da una forte fede d’un razionalismo vicino al miglior Illuminismo per apertura di vedute e senso armonico dell’essere nel Cosmo, fiducia nella capacità umana d’indagine, con lucida coscienza, tuttavia di limiti consustanziali: Corriamo senza strade precise nei ciechi labirinti del nonsenso con torce troppo lente. Pur tuttavia, come scrive l’autrice in: Tra essere e divenire: Lo so, il cielo è troppo intelligente per accorgersi di me- eppure anche oggi sarà la mia trincea del resto la sconfitta è religione che non professo. Il limite non è, dunque negato o ignorato. Nondimeno non è vissuto come scacco e il senso di un essere superiore, un dio, che non ha di necessità un nome personale, è nel luogo dell’incontro profondo, intimo, tutto personale, dov’è possibile la ricerca di un oltre che non arriva in forma di materia ma con occhi di cielo-a passo d’aria. Ritorna, si affaccia costantemente entro squarci di natura, cielo, arie e venti, mare o terra che sia, Dio-astro intorno all’universo: un’immagine scientifica e razionalece ne dona la poetessa: forza sublime-imperiale numero periodico per contare in cifre irrazionali il senza fine immagine eccellente non-retorica non stimabile (…) Cellula staminale (…) Così, i codici dei geni Universali hanno chimica inaccessibile limiti di conoscenza sono coperti di polvere cosmica-nebulose e censura a non finire pure-la Scienza non ha deposto l’urna dell’arresa. Meravigliosa è la lirica Quale l’origine, ove Virginia Murru sintetizza in un movimento armonico, musicale, ricco di sincero pathos, i dubbi e le ricerche di una razionalità che fruga entro la natura, dal microcosmo delle particelle infinitesimali al macrocosmo inesplorato, cercando i modi e i motivi dell’essere, la scaturigine della vita stessa. E quale sia il suo credo, nonostante tutto ciò o proprio in ragione di ciò, ce lo dichiara, poi, la poetessa stessa: Io con anima temprata al razionale Credo. Credo che la Vita è Luce e la Luce Vita assioma che sappiamo pronunciare nell’accadere del dogma ma non comprendere- piuttosto questo è indicazione di limite. La poesia della Murru, così profonda, intensa, meditativa, non disdegna mai di portare il suo sguardo dal cielo in terra, per osservare<le ingiustizie, le falsità e mistificazioni, l’uso fraudolento delle parole e quello strumentale delle persone. La poesia della nostra autrice è fatta di coraggio, contraria a ogni reticenza, non si tira indietro: ogni pagina di vita è una sfida che si fa, poi, scrittura. E se il progresso professa la sua fede (…)  e la gente dice che il lavoro è pane Il lavoro è giusto. Il pane del lavoro è buono. Resta da capire perché i giusti hanno spesso fame. La Murru ha dato vita a una solida raccolta nella quale, tramite gli strumenti peculiari della poesia, rivendica con forza il senso della libertà profonda, della mente e dello spirito, dell’Arte, dunque, istrione matto/ insofferente alla norma.