Commento di Maria Rizzi
Ho vissuto la presentazione di Paolo Buzzacconi, e della sua Silloge “Giorni di Versi”- della Effigi Editore – in veste di moderatrice. Ed é stato difficile indossare l’habitus richiesto dalla serata, perché il cuore, anarchicamente scalpitava e mi spingeva verso i sentieri di quest’Autore, che rappresenta un unicum nel mondo letterario. L’ho definito Poeta dell’Amore, non per la sua levità, che resta innegabile, ma per la capacità dannatamente pura di vivere la felicità ‘difficile’, quella presente nel quotidiano di ognuno di noi, e di insegnarci a viverla senza disperazione, con lo sguardo alto e la dignità a fior di pelle. Ecco, di Paolo, di quest’amico che smuove le corde dei cuori in modo commovente, mi piace mettere in evidenza il coraggio e la dignità. E’ semplice dire dell’amore in modo melenso, abusato, usurato. Lo é ancora di più quando si é padroni della metrica, che é sottofondo magnifico per le liriche amorose e, spesso, fuori dal tempo. Paolo evita in modo rigoroso questi luoghi comuni. Non é al servizio della metrica, ne fa uso con pudore,senza renderla ‘gabbia’, modernizzandola, e il suo incontenibile amore per la vita é l’espressione autentica di un uomo attento al sociale, alle solitudini, ai drammi, alle tristi verità del nostro tempo. Sa usare il termine ‘cuore’ riferendolo a contesti d’ogni genere e restituendogli il giusto senso, quello di un muscolo che pompa sangue, calore, vita e spinta verso il prossimo. Paolo Buzzacconi nel suo testo “Giorni di versi” ci consente di annegare nell’armonia. Di ritrovarci… perché troppo spesso ci perdiamo tra i rovi dell’esistenza. Di stringerci vicini e di provare a fare ‘la rivoluzione’ di cui ha parlato Luca Giordano nel corso della presentazione,, l’unica possibile per intraprendere il cammino di un nuovo Rinascimento.
Maria Rizzi