Ciro Borrelli e il libro “Peppino De Filippo tra palcoscenico e cinepresa” – Articolo di Silvana Lazzarino
Il saggio dello scrittore napoletano intende restituire il giusto riconoscimento a questo grande artista poliedrico e versatile tra teatro e cinema.
La presentazione a Roma alla Libreria “Hora Felix” in Via Reggio Emilia, il 23 marzo 2019
Spesso considerato secondo al fratello Eduardo, in realtà Peppino De Filippo (Napoli 1903-Roma 1980) tra i più importanti e apprezzati comici italiani, attraverso il suo personaggio sulla scena, ha saputo mostrarsi unico, sempre in perfetta sintonia con il partner. Il successo di una rappresentazione teatrale, e anche cinematografica spesso era dovuto alla capacità della “spalla” di condurre l’attore principale a dare il meglio di sé in scena. Il suo essere stata la “spalla” perfetta per attori come Eduardo e Totò ha contribuito in qualche modo alla loro fama e popolarità.
Peppino De Filippo,però, è stato un personaggio completo: grande attore di teatro e di cinema, novelliere e disegnatore, poeta e canzoniere, inoltre ha scritto circa cinquanta opere tra commedie e farse. Insieme a Totò formò una delle coppie più acclamate del cinema italiano dando vita a film di grande successo tra cui “La banda degli onesti” e “Totò Peppino e la…. malafemmina”.
A ripercorrere la sua vita di uomo e attore, tra contesto familiare e teatro spesso intrecciati tra loro, dando spazio ad opere teatrali mai rappresentate in cui spicca la sua bravura, unitamente a testi critici e pubblicazioni sul suo conto, è lo scrittore napoletano Ciro Borrelli con il saggio “Peppino De Filippo, Tra palcoscenico e cinepresa” edito da Kairòs (2017) che sarà presentato a Roma il 23 marzo 2019 alla Libreria Caffè Letterario “Hora Felix” in Via Reggio Emilia, 89 alle 18.00.
A moderare l’incontro sarà Maria Rizzi, presidente Iplac, relatori Roberto De Luca e Laila Scorcelletti,, mentre le letture saranno a cura di Loredana D’Alfonso eccellente scrittrice di gialli e racconti.
L’autore Ciro Borrelli, che parallelamente al lavoro come impiegato pubblico, coltiva la sua grande passione per il teatro, il cinema, la musica e lo sport all’aperto, con questo saggio ha voluto non solo render omaggio ad un grandissimo attore teatrale del secolo scorso, ma in particolare restituirgli il giusto merito.
Suddiviso in sette parti il libro, partendo dalla biografia di questo personaggio dalla innata capacità di intuire le esigenze del suo partner durante la rappresentazione, e soffermandosi sul rapporto che egli ebbe non solo in scena con i fratelli Eduardo e Titina con cui fondò nel 1931 la Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo, da cui si separò nel 1944, restituisce una figura dalla grande sensibilità e personalità scenica.
Viene trattata anche la maschera di Pappagone da lui inventata per la televisione che da personaggio di intrattenimento era divenuto una sorta di divo dello spettacolo, un eroe amato dai bambini. Non mancano pensieri e ricordi su di lui riportati nel volume grazie alle interviste fatte a personaggi che lo hanno conosciuto e con cui ha lavorato .
Nel libro si parla anche di cinque pellicole, poco conosciute, dove Peppino è protagonista e non spalla: come “Un giorno in pretura”, “Ferdinando I re di Napoli” e “Arrangiatevi” a testimoniare la sua versatilità e bravura; e poi spazio ad altre opere non note quali: “Cupido scherza e spazza” (1931), “Un povero ragazzo del 1936” e “Le metamorfosi di un suonatore ambulante” (1956) che segnò il suo trionfo a Parigi, Praga, Londra e Mosca. Una figura quella di Peppino De Filippo da rivalutare e riscoprire.