Guarda…
Guarda, amico, dal cancello
l’universo del mio mondo,
poche zolle cui diffondo
spesso l’eco del mio cuor.
Con lui parlo e gli converso
dell’andar delle mie cose.
a nessuno tengo ascose
le vicende del mio dì.
Tante gioie come pene,
come arrivano sovente:
e quel mondo è dolente
se mi vede lagrimar.
È sì dolce, ancor tacendo,
confidarti a chi t’ascolta:
e la sera una raccolta
di quel tutto conservar.
E son esse quelle aiole
dove tesso cosa e cosa,
solo un mazzo con la rosa
l’immancabile suo spin.
Poesia tratta dalla raccolta: Alba della sera, Pallaoro Cenacolo d’arte, Padova 1994.