Polvere
Il fascio di sole sfugge
al vetro appannato.
Sbreccia dallo squarcio antico.
Il taglio di luce accende la polvere;
risalta il profilo del Cristo
appeso al suo carico di soffrire.
Dalle panche sguardi afflitti,
preghiere rivolte a bassa voce,
labbra appena mosse,
verso gli occhi intagliati
di quel capo reclinato da un lato,
colorato dall’imbrunire del legno.
La voce sale e m’affascina,
come una lirica celeste.
E’ un incanto la lama di polvere,
osservarne il turbinare luminoso
fatto di minuscoli granelli che, lenti,
sfuggono e ricompaiono,
rapidi, nell’ombra
appena uscita dai raggi del sole:
molecole dissolte nel vuoto.
Penso: anch’io ci sono finchè
sto nella luce, se ne esco scompaio
come questa polvere,
inghiottito dal nulla.