Ritornerò
Labirinti conobbi di dolore
vertigine di cima e precipizio
l’insicurezza dalle lunghe braccia
che al varco mi aspettava ogniqualvolta.
Tempo passato a correre cercando
la vita oltre orizzonti di colline
ed era lì
davanti alla mia porta.
Notti di solitudine e di attesa
nell’ora che più satura è di luna
nelle fredde serate dell’inverno
col vento che spazzava la campagna
e le stelle ammiccavano lucenti
bussando ai vetri della mia finestra.
Ed io che aspetto ancora questo amore
confusa tra la gente senza sole
e cicatrici vive ho sulla pelle
ritornerò
/ già cadono le foglie /
al mio paese
dentro le mie mura
caparbia un’altra volta a ritentare
delle sue braccia il cerchio a imprigionarmi
il cuore che vuol piangere domani.