Sui cigli delle viole
Abitami
come fa la luce che gioca,
tra le tende del sole
con le foglie ad annuire alle persiane.
Abitami
Chiamami al sogno Verdemare,
prendi la luna, dalle gelsi in dono
alzati fino a lei in dolce tuo inganno
fino a che gli occhi
cadano
sui cigli delle viole incustodite,
al prato,
al rosario di certe croci stanche.
Ecco…sarà
rossa, come me o bianca
se vorrai.
Abitami
nelle sere d’estate
e poi d’inverno, quando neve ghiaccia
e le ferite mordono.
Abitami i giorni a venire,
quelli passati,
abitami il dolore,
che d’Albatro ha il volo e non sa…
restare.