Una pinta… Ti dà la spinta…
Ovvero… se non trinchi non capisci… ma se trinchi troppo… nei calzoni ti pisci….
Racconto disincantato di una vacanza nella terra dello smeraldo.
La parte drammatica come al solito l’ha fatta la Ryanair. Decolliamo da Ciampino con rotta Dublino, bella la rima, che stì ragazzacci della compagnia aerea, iniziano da subito ad informarti che, siccome il volo è un low cost, devi pagare tutto il resto, tutto, ma proprio tutto. Dalle pagnottelle ai fazzoletti. Aho…faccio tra me e me…se questi vogliono i soldi per un kleenex, mi sa che li vogliono pure per una pisciatina. E quanto vorranno per una pisciatina??? Che ne so…mi rispondo esterrefatto…’npaio di euri??? Ma…sobbalzo preoccupato… se vogliono due euri per una pisciatina…quanto vorranno per una cacatiella???…no….perchè non vorrei mi si decuplicasse il prezzo della tratta…
Sbarchiamo e si viene accompagnati da un tassista che ci parla nientepopodimeno che di Totò Schillaci, ahò…Totò Schillaci…macheccazzotevieneinmente…se stai così…era meglio ci chiedessi di Manzoni e del compianto Pietro Mennea, mi dico abbozzando un sorriso forzato.
Il cibo: gli irlandesi mangiano benissimo, ma attenti dove si va a cenare perché ti potrebbero mollare delle cozze stratosferiche con una salsa leggermente invadente. Questo è il problema degli anglosassoni, non sapersi godere un solo sapore, un po’ come gli indiani che per condire una coscia di pollo pigliano il curry, e lo mettono a stagionare con il rabarbaro, poi il tutto lo infornato con una salsetta di mirtillo, mentre spennellano un’abbondante dose di coriandolo fuso nel burro salato della normandia…eccheccazzo…alla fine non capisci se stai addentando una cosa dolce, salata, piccante o aspra che sembra uscita dal sottobosco di betulle vicino al lago Baikal…
Le isole Aran: Belle, bellissime, ma leggermente monotone e adatte per dei week end introspettivo sessuali. Ovvero, c’hai dei problemi con te stesso?? Vai alle isole Aran, il vento, la solitudine, le vacche e le onde che s’infrangono sulla spiaggia ti aiuteranno a ritrovare te stesso, se mai non ti fossi suicidato prima. Hai voglia di fare l’amore con la tua lei??? Questo è il posto giusto…bustone di viagra e zainetto di preservativi. Uscirai dal B&B con le ginocchia tagliate in due, se non coi piedi davanti…
Le chiese e i monumenti storici: gli irlandesi, non hanno tutta sta roba da vedere, e siccome ne sono consapevoli, e non sono cojoni come noi in Italia, ti fanno pagare tutto. Porca eva, proprio tutto come in aereo. Vi racconto… Eravamo alla fine della via pedonale, quella famosa Grafton Street piena di multinazionali del food take away ma anche di negozi alla moda, che si decide di andare a vedere la cattedrale di San Patrizio. Ci facciamo una bella sgroppata fino all’edificio clericale per poi strabuzzare gli occhi imbambolati. Stì ragazzi rosci, vogliono venti euri a persona per entrare, anche se i bambini godono dello sconto…solo dieci euri…Mallanimadelimortaccituaedechinontelodiceconunamanoarzata…a testa de cocco che vivi su un’isola…ma tu…hai capito dedove semo noi??? Siamo Italiani, e per esser precisi, siamo di Roma, e per voler esser ancora più precisi, siamo del quartiere Prati. Nel nostro municipio, brutta testina di zucca marcia dalla nascita, noi si ha la basilica di San Pietro…mica la cattedrale de sto cassio di San Patrizio…se noi diamo a te venti euri a persona per questa mezza cacatella, tu, amico mio, gli ho detto al ragazzo che staccava i biglietti, me dai mille euro a persona per la basilica…è qui che non ci siamo capiti, o almeno, lui ha fatto orecchie da mercante e noi, lo abbiamo mandato alla toilette…
Le ragazze e le loro stravaganze: le donne in irlanda sono solo di tre tipi. Bone, buzzicone e bone-buzzicone. Le prime, ti lasciano ebete come le vedi già a un quarto di miglio. Le seconde, ti lasciano ebete come le vedi già a un quarto di miglio. Le terze… per le terze, bisogna spendere qualche riga, partendo da una usanza leggermente strana, per non dire vascolare, per non dire intrinseca che le contraddistingue in modo univoco. Anche avendo delle cosce taurine, si mettono delle minigonne che farebbero arrossire un’anoressica. Ma non è tutto qui…vi è un’altra usanza particolarmente strana che è di gran voga nelle cittadine di provincia, e che mi ha dato da pensare. Le giovani pischelle isolane amano in blocco indossare vestitini o gonne alla strusciaculo. Spiego…esistono le gonne, le minigonne, le estreme, e le strusciaculo. Quest’ultime sono talmente a filo vagina, che quando le ragazze starnutano si arrotolano sotto il mento per il sollazzo della popolazione ivi residente. Fosse tutto qui, si potrebbe anche soprassedere, ma c’è un’ultima cosa che mi ha lasciato basito. Le giovani donzelle isolane hanno la sensibile abitudine di indossare delle scarpe fuori misura. Voi vi chiederete perché…bè….se lo semo chiesto pure noi. Ma io dico no…ma tu…giovane pischella che hai si e no palpeggiato qualche inguine accaldato, ma come ti viene in mente di comprarti ‘npaio de scarpe di misura 43…se porti il 37??? Sembri scema, anche perché…per camminare, ti serve il bastone come a mio nonno…e siccome il bastone ovviamente non ce l’hai, zampetti come uno stambecco su un dirupo del Gran Paradiso, mah…
Il caffè: ahò…a Dublino fanno l’espresso… e non lo fanno nemmeno così male. E’ pieno di caffetterie con le macchine della Gaggia. Giriamo, rigiriamo ed il caffè è sempre decente. Mah, mi chiedo…stai a vedere che questi bombaroli dell’IRA hanno gradito qualcosa dell’Italia e l’hanno fatta propria. Poi, una sera che mi sono tracannato qualche Guinness di troppo, e sono costretto ad attaccarmi al rubinetto del bagno ….capisco tutto. Il primo che mi dice che cosa hanno in comune i vecchietti che in Irlanda non sono claudicanti ed il caffè buono….vince una bevuta pagata dal sottoscritto.
Le battute sagaci: la migliore in assoluto quella del piccolo Davide che abbiamo voluto da subito ribattezzare Cesidio, Genesio, Ermenegildo e Tarcisio, giusto per avere l’infame piacere di vedere quanto se rompeva er cazzo a rispondere a noi che lo chiamavano ogni volta con un nome diverso. Si era nella dolce e inutile cittadina di Limerich, tranquillamente rilassati in un bel ristorante del centro di fronte il fiume che si buttava dopo poche centinaia di metri nell’oceano. Mi stavo gustando una strepitosa zuppa del giorno dopo essermi ingollato, solitario come un cacciatore della pampa, una buona dozzina di ostriche che, l’imberbe pischello, spara una tavanata da campionato mondiale. I genitori, o sarebbe meglio dire la madre, donna indomita e cacacazzi come la mamma di Furio, stava torturando il piccolo giovinastro con una forchettata di verdure che costui non voleva ingurgitare. Vojo le patatine fritte gli si leggeva negli occhi, devi mangiare quello che ti do io…gli rispondeva lei insensibile alle voglie del giovane fegatello lussurioso. Tira e molla, dagli e lascia, prendi e sputa, il pischello viene raggiunto da uno sproloquio cupo, cui risponde in modo leggendario. “Mi fanno schifo queste zucchine straniere…” aho…ha proprio detto straniere. Io, non ce l’ho fatta più…ho sputato la zuppa del giorno sui pantaloni della madre in preda ad una risata isterico-liberatoria e, preso il piatto delle patatine fritte, gliele ho regalate…