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Silvana Lazzarino commenta il libro “C’era una volta…… Favole, racconti e altre storie” di Rita Gatta
“C’era una volta…… Favole, racconti e altre storie” edito da Controluce (MonteCompatri 2019)
La fiaba aiuta a non perdere di vista la capacità di guardare la realtà con quel pizzico di orientamento in più nel confrontarsi con diverse situazioni: non solo nel trovare soluzioni insolite e nuove, ma anche nel mostrare empatia e capacità di accostarsi a quelle che sono le emozioni dei personaggi. Inoltre, grazie alle storie narrate nelle fiabe si può decidere da che parte stare scegliendo di sostenere uno o l’altro personaggio, e allo stesso tempo confrontarsi con le emozioni vissute dallo stesso lasciandosi conquistare dalla vicenda. Questa esplorazione a livello emozionale grazie a quanto accade ai personaggi delle fiabe, ma anche delle favole e di altri testi quali racconti di fatti accaduti e romanzi, permette non solo di entrare in contatto con le emozioni manifestate dagli stessi personaggi, ma di distinguerle nelle loro accezioni così da accoglierle o meno. Come afferma Gianni Rodari, la favola diventa strumento di conoscenza della realtà, capace di rispondere alle istanze più profonde dell’anima e allo stesso tempo restituisce una morale – nelle favole in particolare- utile per meglio comprendere il senso ultimo della storia descritta e quindi della realtà.
il libro di Rita Gatta “C’era una volta……… Favole, racconti e altre storie” edito da Controluce (MonteCompatri 2019) tra storie fiabesche, racconti di fatti reali, narrazioni in cui emerge l’aspetto del mistero, accompagna il lettore a volgersi al passato per fare tesoro di ogni suo insegnamento, come a porre attenzione al presente in cui collocare al centro l’uomo con le proprie emozioni e aspirazioni, in attesa di un futuro dove ritrovare fiducia.
Entrando nella narrazione di racconti dove tutto diventa possibile, ma anche nelle vicende di storie di persone realmente esistite, si viene catturati da una parte dalla possibilità di lasciarsi avvolgere dall’immaginazione per sognare, dall’altra dalla forza della memoria che riporta indietro nel tempo e in particolare a quel passato di chi ha visto e affrontato il dramma della Seconda guerra mondiale, o di chi ha vissuto sofferenze nella propria esistenza, senza dimenticare le vicende avvolte dal mistero. Sullo sfondo di volta in volta cambia il colore del cielo di Rocca di Papa, città le cui strade e campagne, compreso l’affascinante borgo diventano il luogo ideale dove molte di queste storie trovano uno scenario unico con cui parlare dell’uomo nemico e amico, rivale e compagno di viaggio, ma anche di sentimenti quali: egoismo, invidia e di contro generosità e rispetto. In ciascuna vicenda sia essa di fantasia, sia riferita a ricordi accaduti o raccontati da chi li ha vissuti direttamente, si respira la meraviglia di questa umanità dove prendono forza tradizioni e storie immaginate, vicende accadute realmente, ma anche attraversate da oscure leggende. Così se “Danke” e “Una promessa mantenuta” riportando alla Seconda guerra mondiale sottolineano rispettivamente l’altruismo di un giovane di Rocca di Papa nei confronti di un soldato tedesco rimasto ferito cui salva la vita e il rischio corso da un altro giovane nel prestare aiuto a persone destinate ai campi di concentramento lanciando loro delle tenaglie per tagliare il filo spinato; la storia di “La vacca della Ciucciurummella” restituisce la magia del sogno propria della fiaba dove tutto può accadere. E poi il mistero si affaccia nella storia di “ ’Nannella” che rivela il sopravvivere del dolore di una donna oltre la sua morte in forma di lamenti, mentre “La casa di Mary” torna a donare libertà allo spirito della bambina che aveva trovato la morte precipitando dalle scale di quell’abitazione nel rincorrere la sua palla.
Spazio anche alla tenerezza e alla dolcezza come in “Ricordi” dove si avverte l’intensità del legame d’affetto tra nonna e nipote, o alla capacità degli animali di essere dì aiuto mediante un ruolo quasi magico come nella fiaba “Margherita e il gatto Gnocchetto”. Non poteva mancare il fine legato alla morale e il risvolto
educativo che si riscontra in diverse favole e fiabe: a riguardo possiamo citare “La madre di San Pietro” da cui si evince come sia sempre meglio mostrarsi altruisti lasciando da parte l’egoismo.
In quest’opera intensa e ricca di spunti per apprezzare ogni aspetto della vita, fiabe e racconti, storie e aneddoti restituiscono saggezza e divertimento per distaccarsi dall’ordinario, ma anche nostalgia nell’abbraccio della memoria e ancora riscoperta del sogno e di come anche l’impossibile possa a volte realizzarsi. Come scrive l’autrice: “luce su memorie d’infanzia che illuminano trame e personaggi e poi, libera la fantasia, lasciando al dialetto il compito d’avvicinare passato e presente, gioia e dolore, immaginazione e realtà.”.
Laureata in sociologia e insegnante in pensione, Rita Gatta, oltre ad essere raffinata autrice è poetessa dalla rara sensibilità capace con versi evocativi e densi di espressività, di restituire un nuovo modo di osservare quanto in particolare la natura regala attraverso i suoi scenari e colori fitti di sfumature a portare le luci delle stagioni in cui talora si riflettono sati d’animo tra entusiasmi e nostalgie. Tra le sue opere citiamo: “Cara mamma, caro papà… Lettere dall’Albania nel 1940”, “Fruscii del silenzio” e “Svrìnguli svrànguli. Brani e sonetti in vernacolo e non su Rocca e dintorni. Con CD Audio”, editi da Controluce (Monte Compatri).
Rita Gatta, è nel Comitato di redazione della Rivista Castelli Romani e collabora con diverse riviste del territorio, inoltre le sue opere sono presenti nell’Archivio di Castelli di Scrittori, nel Sistema Bibliotecario Castelli Romani e nella Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata.
Silvana Lazzarino
Roma, 28 aprile 2024