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UNA GIORNATA NORMALE, di Rita Ferranti Noviello
24 ottobre 2024 presso Policlinico Tor Vergata per Ottobre Rosa
É “Una giornata normale” quella di Gaia Casodi, e di tante altre donne, quando le viene diagnosticato un tumore al seno. Una giornata normale come tante, in cui la vita scorre come sempre tra alti, bassi e tante cose che dai per scontate. Quella giornata normale trasforma la vita di chi, all’improvviso, viene risucchiata in un vortice che sembra portarti nel più profondo degli inferi.
“Una giornata normale” è il titolo del libro in cui Gaia, insieme ad alcune su compagne di avventura, che lei chiama Amiche Gnocche, riportano emozioni, paure ed aneddoti legati ad un percorso difficoltoso e duro da accettare.
In occasione di Ottobre Rosa, il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, il testo è stato presentato presso il Policlinico Universitario Tor Vergata. Nello stesso giorno è stata inaugurata la mostra “Buon Vento”, dedicata alla memoria di Federica Molfese, scomparsa a causa della malattia. Federica, amante della fotografia, aveva deciso di riportare il suo percorso negli scatti, sua grande passione. 30 scatti che la ritraggono nei vari momenti della sua vita, nel giorno del suo matrimonio o in quello della sua gravidanza. Già, giorni normali…quelli. Sui quali dovremmo soffermarci a comprendere quanto la normalità possa essere importante e a non lasciarla scorrere via. Con il titolo molto rappresentativo “Buon vento”, Federica trasmette un messaggio importante: in mezzo alla malattia c’è comunque la vita, vita che viene mossa dal vento della malattia.
Dal dibattito, durante il quale sono anche intervenuti il prof. Roselli responsabile U.O.S.D. Oncologia Medica e la dottoressa Ilaria Portarena, senologa, che dal 2010 si occupa della neoplasia mammaria e segue molti progetti di ricerca riguardanti questo tipo di tumore sia a livello nazionale che internazionale, è emersa non solo l’importanza della prevenzione, ma soprattutto quanto ambito medico e socio-familiare siano fondamentali.
Il giusto connubio aiuta la paziente a superare tutto il periodo, che va dal momento della diagnosi, passando per l’intervento, la terapia chemiologica e infine la comunicazione della guarigione trascorsi i cinque anni dalla manifestazione della malattia. Si, perché adesso si parla sempre più spesso di guarigione, grazie alla ricerca scientifica, in particolare della struttura presso la quale Gaia e le sue amiche gnocche hanno vissuto a stretto contatto.
Altro aspetto importante: la condivisione della paura e delle ansie. I lunghi mesi che hanno affrontato insieme durante la somministrazione del farmaco ha permesso loro di creare un legame forte che le unirà per sempre, si sono sostenute a vicenda, hanno pianto e riso insieme, ognuna ha supportato l’altra, mettendo da parte per qualche minuto le proprie paure. Hanno parlato tra loro e hanno imparato ad ascoltarsi. In questo percorso accanto a loro un’equipe composta da angeli in camice bianco, come è stato definito il personale infermieristico. Così le giornate trascorrevano tra una lacrima, un dolcetto portato di nascosto, un sorriso e una carezza. Professioniste che hanno saputo capire e cogliere ogni singola esigenza di ogni combattente.
Le hanno definite tali, si perché solo combattendo si può vincere una battaglia.
Una battaglia che hanno affrontato con dignità esemplare. “Da soli si va veloci, ma insieme si va lontano” e lontano Gaia e le amiche gnocche stanno andando. Senza paura, a testa alta perché la chemio non è la vita, ma solo un momento di essa e quindi più la si rende normale, più le si aggiungono giorni, perché vincere si può e si deve. (Rita Ferranti Noviello)