Il commissariato di una non precisata città italiana si trova a fronteggiare la morte di una prostituta minorenne, in realtà vittima del problema della tratta delle donne straniere. Il protagonista, l’ispettore Stefano Segni, uomo separato e dedito al suo lavoro vive da una parte l’incubo delle giovani vittime dell’ infamia e dall’ altra la frustrazione di un rapporto difficile con un’ altra adolescente: sua figlia Valentina. Le indagini si svolgono nell’ambiente dei vizi e dei privilegi della alta borghesia con situazioni di grande tensione ed epiloghi imprevisti. L’ispettore, a causa degli eventi e del suo lavoro, che da troppo tempo gli consuma la vita e gli affetti, si ritroverà ad affrontare una sfida ancora più grande: quella con se stesso.
Cara Maria,
bellissime le foto ! lasciano immaginare momenti di viva partecipazione e coinvolgimento dei presenti, ( tanti!), dei giovani in particolare, la cui conoscenza di un mondo ” bruto” che trama nell’ombra, seminando corruzione, malvagità e squallore di ogni genere, sia indispensabile per sensibilizzarli all’impegno di farsi loro stessi mattoni e cemento per costruire un mondo migliore.
Questo, e non solo , a mio modestissimo parere, è il delicato messaggio che viene dalla tua voce, ferma come un monito, dolce come il sorriso di un bimbo.
“Anime Graffiate”, è una storia che sconvolge e coinvolge allo stesso tempo, per la crudele realtà immaginata , ma così vera nei contenuti che basta sfogliare un qualsiasi quotidiano, per ritrovarla nella sua interezza.
Il merito sta tutto nella straordinaria capacità narrativa che cattura l’attenzione, e forte è la voglia di assaporare la storia, boccone dopo boccone, sia nella sua amarezza sconfinata , sia in quella dolcezza di pura poesia che si coglie spesso, come brezza improvvisa, nel chiuso di un covo soffocante.
La voce delle ragazze , resa sottile , ingenua , quasi infantile, da un gioco linguistico di grande valenza letteraria; l’ingenuità dei loro pensieri, l’esigenza delle loro carni oltraggiate, di amore puro; il tutto espresso in domande semplici, spontanee, che aprono , come chiavi magiche, luoghi dell’anima dove soffiano ancora venti di primavera.
Già l’incipit, pur nella sua tragica realtà, ci regala, con pennellate eccelse , il pathos “armonioso”che nasce dal paradosso degli estremi,
… la ragazza …rannicchiata contro un cassonetto. Esile, piccola, ricorda pateticamente un feto nel grembo materno.
E’ il dipinto di una bellezza sconvolgente!
Una creatura trovata morta nello squallore di una solitudine annichilente, trasfigurata in vita pulsante nella gioiosità di un seno materno.
Tentativo estremo della potenza dell’amore materno a ridare vita… (…Quando ancora/ il mio ventre di tormento/ porta gemme roride di vita / a rompere i silenzi siderali/ tu sei/ luce e vita e labbra/ di sogno nel seno lacerato… )( a Dominick)
e ancora forse, una nota sottesa e misericordiosa per quello sconosciuto grembo inaridito dalla miseria che ruba anche la coscienza.
Tutto il racconto è un continuo snodo di amore e miseria, di fitte zone d’ombra e di fasci luminosi di ingenuità e purezza, di fragilità e incomprensione , di ribellione e di mano tesa, come corda sul punto estremo di un precipizio.
E, in questo evolversi continuo di eventi, ricco di intrecci imprevedibili di grande maestria narrativa, scorre, come acqua sorgiva, la speranza, un sole che riesce a filtrare tra nuvole dense di sconfitte, di amarezze e lampi di disperazione e, penetrando in profondità, genera catarsi, energia positiva che si dona magnanima in un afflato di solidarietà di profondo impatto emotivo .E, quando tutto questo ti arriva dentro, nell’incalzare del racconto, il coinvolgimento è assoluto nella visione di un mondo variegato di sentimenti forti, contraddittori spesso, brutali a tratti, mescolati con arte, come i colori su una tavolozza e che, sorprendentemente, restano integri nella loro purezza, laddove la mano del cuore calda e leggiadra riesce a dipingere con sublime poesia, in tanta oscurità, cieli di colombe che stemperano e illuminano il graffiare gracchiante dei corvi.
IL lupo abiterà con l’agnello… il lattante giocherà sulla buca dell’aspide… il bambino divezzato metterà la sua mano nel covo della vipera … non si farà male, né distruzione…(Isaia 11, 1- 16).
E, nell’intervallo tra gli eventi o anche, nel loro stesso contesto, invisibile e saggia, come solo sa essere la voce della coscienza, c’è la pausa riflessiva, quasi un avvertimento,” attenzione” ,sottile e delicato come soffio d’aria, perché mai nessuno possa avere la presunzione di asserire di non sbagliare, specie quando il fattore determinante può essere, ahimè, la passione per il proprio lavoro, la corsa ai sogni, la imprudenza di fare esperienze azzardate o fuori tempo, il gioco pericoloso dei sentimenti.
Insomma, la vita stessa che ci travolge e che spesso noi non sappiamo modulare a tempo e ritmo con altre esigenze che nascono da nuove realtà.
… I figli crescono in fretta non basta continuare a proteggerli, serve stringere i pugni e affrontare i loro umori nuovi con la forza, l’attenzione. Poca cosa l’affetto, talvolta.
Nota amara che sconvolge e responsabilizza per tentare strategie di comportamento che concilino il tran- tran quotidiano, con il dono reciproco di attimi d’amore che lascino orme in profondità , semi di vita, note di cuore.
Dove sono le colpe?
Chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Occorre vivere come se fosse importante.
Sì, cara Maria, è importante vivere la vita, sempre, anche quando senti che il cielo è turbine che ti investe trascinandoti in un precipizio senza appigli ma, si può sempre sollevare lo sguardo per intravedere una speranza di luce e
… un infinito sentiero per immaginare.
E’ un libro meraviglioso, che ho nel cuore e… nell’anima. Rappresenta un viaggio interiore ed esteriore che cambierà per sempre la vita dei protagonisti, mutando e scuotendo, però, anche quella dei lettori. Grazie Maria, per il tuo splendido dono…
Ed io insieme a Roberto Guerrini, suo papà Nicola, a cui volevo bene, e tanti tanti amici ed amiche siamo sicuri che Maria Rizzi avrà ancora tantissimi successi
Dopo papà Nicola sono stato il primo a credere che la mia Piccola Grande Musa sarebbe diventata famosa: complimenti ed auguri per una prossima sceneggiatura di Anime Graffiate!
Cara Maria,
bellissime le foto ! lasciano immaginare momenti di viva partecipazione e coinvolgimento dei presenti, ( tanti!), dei giovani in particolare, la cui conoscenza di un mondo ” bruto” che trama nell’ombra, seminando corruzione, malvagità e squallore di ogni genere, sia indispensabile per sensibilizzarli all’impegno di farsi loro stessi mattoni e cemento per costruire un mondo migliore.
Questo, e non solo , a mio modestissimo parere, è il delicato messaggio che viene dalla tua voce, ferma come un monito, dolce come il sorriso di un bimbo.
“Anime Graffiate”, è una storia che sconvolge e coinvolge allo stesso tempo, per la crudele realtà immaginata , ma così vera nei contenuti che basta sfogliare un qualsiasi quotidiano, per ritrovarla nella sua interezza.
Il merito sta tutto nella straordinaria capacità narrativa che cattura l’attenzione, e forte è la voglia di assaporare la storia, boccone dopo boccone, sia nella sua amarezza sconfinata , sia in quella dolcezza di pura poesia che si coglie spesso, come brezza improvvisa, nel chiuso di un covo soffocante.
La voce delle ragazze , resa sottile , ingenua , quasi infantile, da un gioco linguistico di grande valenza letteraria; l’ingenuità dei loro pensieri, l’esigenza delle loro carni oltraggiate, di amore puro; il tutto espresso in domande semplici, spontanee, che aprono , come chiavi magiche, luoghi dell’anima dove soffiano ancora venti di primavera.
Già l’incipit, pur nella sua tragica realtà, ci regala, con pennellate eccelse , il pathos “armonioso”che nasce dal paradosso degli estremi,
… la ragazza …rannicchiata contro un cassonetto. Esile, piccola, ricorda pateticamente un feto nel grembo materno.
E’ il dipinto di una bellezza sconvolgente!
Una creatura trovata morta nello squallore di una solitudine annichilente, trasfigurata in vita pulsante nella gioiosità di un seno materno.
Tentativo estremo della potenza dell’amore materno a ridare vita… (…Quando ancora/ il mio ventre di tormento/ porta gemme roride di vita / a rompere i silenzi siderali/ tu sei/ luce e vita e labbra/ di sogno nel seno lacerato… )( a Dominick)
e ancora forse, una nota sottesa e misericordiosa per quello sconosciuto grembo inaridito dalla miseria che ruba anche la coscienza.
Tutto il racconto è un continuo snodo di amore e miseria, di fitte zone d’ombra e di fasci luminosi di ingenuità e purezza, di fragilità e incomprensione , di ribellione e di mano tesa, come corda sul punto estremo di un precipizio.
E, in questo evolversi continuo di eventi, ricco di intrecci imprevedibili di grande maestria narrativa, scorre, come acqua sorgiva, la speranza, un sole che riesce a filtrare tra nuvole dense di sconfitte, di amarezze e lampi di disperazione e, penetrando in profondità, genera catarsi, energia positiva che si dona magnanima in un afflato di solidarietà di profondo impatto emotivo .E, quando tutto questo ti arriva dentro, nell’incalzare del racconto, il coinvolgimento è assoluto nella visione di un mondo variegato di sentimenti forti, contraddittori spesso, brutali a tratti, mescolati con arte, come i colori su una tavolozza e che, sorprendentemente, restano integri nella loro purezza, laddove la mano del cuore calda e leggiadra riesce a dipingere con sublime poesia, in tanta oscurità, cieli di colombe che stemperano e illuminano il graffiare gracchiante dei corvi.
IL lupo abiterà con l’agnello… il lattante giocherà sulla buca dell’aspide… il bambino divezzato metterà la sua mano nel covo della vipera … non si farà male, né distruzione…(Isaia 11, 1- 16).
E, nell’intervallo tra gli eventi o anche, nel loro stesso contesto, invisibile e saggia, come solo sa essere la voce della coscienza, c’è la pausa riflessiva, quasi un avvertimento,” attenzione” ,sottile e delicato come soffio d’aria, perché mai nessuno possa avere la presunzione di asserire di non sbagliare, specie quando il fattore determinante può essere, ahimè, la passione per il proprio lavoro, la corsa ai sogni, la imprudenza di fare esperienze azzardate o fuori tempo, il gioco pericoloso dei sentimenti.
Insomma, la vita stessa che ci travolge e che spesso noi non sappiamo modulare a tempo e ritmo con altre esigenze che nascono da nuove realtà.
… I figli crescono in fretta non basta continuare a proteggerli, serve stringere i pugni e affrontare i loro umori nuovi con la forza, l’attenzione. Poca cosa l’affetto, talvolta.
Nota amara che sconvolge e responsabilizza per tentare strategie di comportamento che concilino il tran- tran quotidiano, con il dono reciproco di attimi d’amore che lascino orme in profondità , semi di vita, note di cuore.
Dove sono le colpe?
Chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Occorre vivere come se fosse importante.
Sì, cara Maria, è importante vivere la vita, sempre, anche quando senti che il cielo è turbine che ti investe trascinandoti in un precipizio senza appigli ma, si può sempre sollevare lo sguardo per intravedere una speranza di luce e
… un infinito sentiero per immaginare.
E’ un libro meraviglioso, che ho nel cuore e… nell’anima. Rappresenta un viaggio interiore ed esteriore che cambierà per sempre la vita dei protagonisti, mutando e scuotendo, però, anche quella dei lettori. Grazie Maria, per il tuo splendido dono…
Ed io insieme a Roberto Guerrini, suo papà Nicola, a cui volevo bene, e tanti tanti amici ed amiche siamo sicuri che Maria Rizzi avrà ancora tantissimi successi
Dopo papà Nicola sono stato il primo a credere che la mia Piccola Grande Musa sarebbe diventata famosa: complimenti ed auguri per una prossima sceneggiatura di Anime Graffiate!